Categoria: Conoscere

I migliori noleggi auto vicino l’aeroporto di Catania

L’aeroporto internazionale di Catania Fontanarossa è uno snodo fondamentale per il Sud Italia, da dove partono ogni giorno voli verso le principali città italiane ed europee. Lo scalo di trova nelle immediate vicinanze del centro di Catania, a poco più di 7 Km di distanza, per questo motivo la maggior parte dei turisti in visita, ma anche di chi si trova in Sicilia per motivi di lavoro, sceglie di affittare una macchina. Nei pressi dell’aeroporto, infatti, si possono trovare diversi noleggi auto, che mettono a disposizione un’ampia scelta di veicoli, tariffe convenienti e servizi completamente personalizzati. Vediamo quali sono i migliori autonoleggi vicino lo scalo di Catania Fontanarossa secondo il portale Tuttoaeroporto.

Sixt

Sixt è un grande gruppo internazionale, presente in oltre 100 Paesi nel mondo, con uffici anche presso l’aeroporto di Catania. Per quanto riguarda le modalità di pagamento, bisogna specificare che non sono accettate le carte prepagate, né i versamenti in contanti, ma soltanto i pagamenti con carta di credito o di debito. Tra le migliori promozioni di Sixt c’è il noleggio della Mercedes-Benz Classe A, a partire da 29€ al giorno con chilometraggio illimitato, cambio automatico e cancellazione gratuita, offerta valida per i noleggi di almeno 7 giorni.

Come altre compagnie anche Sixt prevede la riconsegna del veicolo in un altro punto, purché concordato al momento della prenotazione o al ritiro della macchina. Alcune vetture disponibili sono la Citroen C1, la Fiat 500, la Volkswagen Polo e la l’Alfa Romeo Giulia. La prenotazione può essere effettuata direttamente online, altrimenti per contattare l’agenzia è possibile inviare un’email all’indirizzo reservation-it@sixt.com, o chiamare il numero di servizio 0294 75 79 79.

Valle dei Templi di Agrigento

La Valle dei Templi è un sito archeologico risalente al periodo della Magna Grecia, ubicato nei pressi di Agrigento, in Sicilia. Dal 1997 è stata inserita nella lista dei luoghi Patrimonio mondiale dell’umanità, redatta dall’UNESCO. È considerata un’ambita meta turistica, oltre alla più elevata fonte di turismo per l’intera città di Agrigento e una delle principali di tutta la Sicilia. Importante risulta, per la definizione, della geomorfologia e della topografia dell’antica Akragas, un passo delle Storie di Polibio (IX,27).

Centro Storico di Noto

Noto era anticamente situata sul Monte Alveria, ma distrutta dal terremoto del Val di Noto nel 1693 e venne ricostruita in altro sito in stile barocco.
La ricostruzione avvenne durante tutto il XVIII secolo per opera di numerosi architetti che realizzarono un capolavoro urbanistico dall\’inconfondibile stile barocco, di altissima qualità e unico per estensione ed omogeneità.

L\’impianto urbanistico della città attuale è impostato su uno schema ortogonale regolare, scandito da assi paralleli tra i quali primeggia il Corso Vittorio Emanuele.
La Chiesa di San Francesco, opera di Vincenzo Sinatra, il Monastero delle Benedettine e l\’annessa Chiesa di Santa Chiara, a pianta ellittica, opera di Rosario Gagliardi, introducono alla piazza centrale della città, un autentico gioiello barocco sul quale si allarga la scalinata che porta alla scenografica facciata del Duomo.

Parco Archeologico di Selinunte

L’antica Selinunte, rappresenta uno dei siti archeologici più belli ed interessanti della Sicilia. Fondata da coloni provenienti da Megara Hyblaea, comandati dall’ecista Pammilos, nel corso del VII sec. a.C, Selinunte prese il suo nome dal Sélinon, termine con cui veniva designato l’appio, sorta di prezzemolo selvatico dall’ intenso profumo quando fiorito, che cresceva abbondante nella zona. Il sélinon compare anche sulle prime monete coniate dalla città.

Negli ultimi decenni del VII e per tutto il VI secolo fino agli inizi del V, si ebbero immigrazioni successive di coloni megaresi con la fondazione di altre colonie nella Sicilia occidentale, tra queste Eraclea Minoa. L’antica città, conobbe 200 anni di splendore forse anche grazie all’azione di un governo accorto dei tiranni che vi si sono succeduti. La prosperità della città è testimoniata dall’ampia zona sacrale e pubblica che si estende in tre zone distinte.

Parco Archeologico di Segesta

Situata nella parte nord-occidentale della Sicilia, Segesta fu una delle principali città degli Elimi, un popolo di cultura e tradizione peninsulare che, secondo lo storico greco Tucidide, era originario di Troia. La città sorge sul monte Bàrbaro, nel comune di Calatafimi-Segesta, a una decina di chilometri da Alcamo e da Castellammare del Golfo.
Fortemente ellenizzata per aspetto e cultura, raggiunse un ruolo di primo piano tra i centri siciliani e nel bacino del mediterraneo, fino al punto di poter coinvolgere nella sua secolare ostilità con Selinunte anche Atene e Cartagine. Distrutta Selinunte grazie all’intervento cartaginese nel 408 a.C., Segesta visse con alterne fortune il periodo successivo, fino ad essere conquistata e distrutta da Agatocle di Siracusa (nel 307 a.C.), che le impose il nome di Diceòpoli, Città della giustizia.

Morgantina aidone

Le più antiche tracce di frequentazione del sito di morgantina appartengono alla prima età del bronzo (2100 -1600 a.C.), epoca a cui risale un villaggio di capanne circolari e rettangolari che occupò il colle di Cittadella (contrada “Terrazzi di San Francesco”). Il villaggio appartenne alla Cultura di Castelluccio, caratterizzata da un’elementare organizzazione civile, su base tribale, e dal possesso di rudimentali tecniche di artigianato domestico e agricole e alla successiva cultura di Thapsos.
Nel sito di morgantina sono state rinvenute anche ceramiche micenee e submicenee. Teatro Greco

A partire dal XIV secolo a.C. sino al XI secolo a.C. la popolazione dei Siculi (Sicilia), provenienti dall’Italia centrale, raggiunse in ondate successive la Sicilia orientale, cacciando gli indigeni nella parte occidentale. Secondo la leggenda un gruppo di Morgeti guidato dal mitico re Morges, fondò nel X secolo a.C. la città di Morgantina, sul colle della Cittadella. Per oltre trecento anni i Morgeti occuparono il luogo, integrandosi con le altre popolazioni affini dell’interno e prosperando grazie allo sfruttamento agricolo della vasta pianura del Gornalunga.
Nella seconda metà dell’VIII secolo a.C., era iniziata in Sicilia la colonizzazione greca e verso la metà del VI secolo a.C. Greci di origine calcidese giunsero a Morgantina risalendo la valle del Simeto e del suo affluente Gornalunga; si insediarono nella città convivendo abbastanza pacificamente con i precedenti abitanti, come sembra testimoniare la mescolanza di elementi culturali nei corredi funebri.

Villa Romana del Casale Piazza Armerina

La villa romana del Casale è una villa tardo-romana i cui resti sono situati nei pressi di Piazza Armerina (EN), in Sicilia. Dal 1997 fa parte dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.La Villa dopo i primi scavi Le prime campagne di scavo a livello scientifico dentro la villa romana del casale, promosse dal Comune di Piazza Armerina, furono eseguite nell’anno 1881. Gli scavi furono ripresi nel 1935 fino al 1939, ed infine, con l’intervento della Regione Siciliana negli anni 50, fu portato completamente alla luce l’intero complesso, grazie all’opera dell’archeologo Vinicio Gentili che ne intraprese l´ esplorazione in seguito alle segnalazioni degli abitanti del posto.

Teatro Greco di Siracusa

L’esistenza di un teatro a Siracusa viene menzionata già alla fine del V secolo a.C.. dal mimografo Sofrone, che cita il nome dell’architetto, Damocopos, detto Myrilla per aver fatto spargere unguenti (“myroi”) all’inaugurazione. Il teatro ebbe grande importanza come sede dell’attività teatrale del commediografo Epicarmo, dei contemporanei Formide e Deinoloco, del tragediografo Frinico.Eschilo vi rappresentò nel 476 a.C. “Le Etnee”, tragedia scritta per celebrare la rifondazione di Catania con il nome di Aitna ad opera di Ierone I;

successivamente il teatro vide anche nel 472 a.C. la prima rappresentazione della tragedia “I Persiani”, una delle opere diEschilo giunte fino a noi. Alla fine del secolo vi furono rappresentate probabilmente le opere di Dionisio I e dei tragediografi ospitati alla sua corte, tra cui Antifonte e Carcino. In quest’epoca il teatro non aveva ancora la forma canonica a semicerchio, ma era invece forse costituito da tre gradinate rettilinee disposte a trapezio. Diodoro Siculo riferisce l’arrivo a Siracusa di Dionisio nel 406 a.C. nel momento in cui il popolo usciva dal teatro. Plutarco racconta invece dell’irruzione di un toro infuriato nel teatro durante un’assemblea cittadina (355 a.C.), e dell’arrivo in carro di Timoleonte nel 336 a.C. mentre il popolo vi era riunito, testimoniando l’importanza dell’edificio nella vita pubblica.