Parco Archeologico E Antiquarium Di Selinunte

Nel sito archeologico di Selinunte, molto vasto e particolarmente suggestivo data la vicinanza di un mare splendido, si distinguono tre zone:
– La prima, sulla collina orientale, raggruppa tre grandi templi di cui uno( tempio E ) è stato rialzato nel 1957.
– La seconda, sulla collina occidentale e cinta da mura, è l’Acropoli, a nord della quale sorgeva la città vera e propria (pianoro di contarda Manuzza ).
– La terza, a ovest dell’Acropoli, oltre il fiume Modione, era un’altra area sacra con templi e santuari (Malaphoros in contrada Gaggera).
Da ricordare le due Necropoli (Manicalunga e Galera Bagliazzo) e le Cave di Cusa dal quale proveniva tutto il materiale per edificare i templi.

Il tempio F, posto al centro dei templi G ed E , oggi completamente distrutto, è datato intorno al 530 a.C. Più piccolo del precedente, ha l’intero basamento, come in quasi tutti i templi di Selinunte, costituito da quattro gradini. Probabilmente venne edificato immediatamente dopo il tempio C, come si capisce dalla forma particolarmente allungata del suo naos (9,20 m x 40 m) e dalla pianta del secos: un ferro di cavallo con il pronaos chiuso anche nella parte anteriore da grandi porte bronzee e l’adyton in fondo alla cella.

Lo stilobate aveva una lunghezza di 61,84 m e una larghezza di 24,43 m. Immediatamente fuori dal pronaos vi era un protiron, cioè uno stretto corridoio d’entrata e poi un avamportico, i due separati da una fila di quattro colonne, che giungono fino a congiungere le terze colonne dei peristili laterali. Il tempio è un incrocio tra sili diversi: pseudo periptero esastilo, con peristasi formata da 6×14 colonne, caratterizzate da una sensibile snellezza, prive di entasi, e alte m 9,11, cinque volte il loro diametro inferiore (1,79 m). Gli spazi tra una colonna e l’altra della peristasi erano chiusi da sottili lastre di pietra, alte 4,50 m e spesse 0,37 m, usate come pareti “a schermo” allo scopo di assicurare la segretezza delle cerimonie religiose, che si svolgevano nei portici attorno al secos.

In definitiva la pianta con il suo avanportico è di tipo pre-dorico e arcaico, mentre le colonne, le metope e i fregi testimoniano il pieno sviluppo e l’ormai raggiunta padronanza dell’ordine dorico. Parti di due metope ritrovate durante gli scavi del 1823 sono conservate al Museo Archeologico Regionale di Palermo e raffigurano Dionisio che vibra un colpo su un gigante inginocchiato ed Atena trionfante su un nemico. Molti storici attribuiscono il tempio F ad Atena, figlia prediletta di Zeus e divinità guerriera.

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